E poi che la sua mano a la mia puose, con lieto volto, ond'io mi confortai, mi mise dentro a le segrete cose |
L'IMPEGNO … COSA RARA
Come è
difficile fare ordine nella mente fra le mille cose che vorrei dire ... mi
piacerebbe confrontarmi su un tema che sento a me caro: l'impegno.
Anacronistico? Forse. Almeno così può sembrare osservando quanto poco spazio
esso abbia nella nostra vita un po' superficiale: non è certo la prima cosa che
si nota se osserviamo il vivere quotidiano.
Quanto
è faticoso 'impegnarsi', scegliere in
modo autonomo e responsabile di fare qualcosa con tutte le proprie forze: sì,
perché la parola impegno significa
letteralmente “dare in garanzia”, nel nostro caso garantire a noi stessi e agli
altri con cui condividiamo un'attività o un obiettivo, la nostra presenza, la
nostra fatica, in poche parole il nostro esserCi con il corpo e possibilmente
con il cuore e la mente. Non semplice
partecipazione, anche se già è così difficile alzarci dalla poltrona per fare
qualcosa insieme agli altri, ma anche uso di volontà, voglia, per realizzare
qualcosa: di bello, di utile? magari, questo è un passo ulteriore certo, ma non
il primo.
Mi è
spesso capitato in questi ultimi tempi di vedere persone, che pure hanno mille
difficoltà a vivere il quotidiano, fare sforzi per essere partecipi, presenti,
anche solo per trenta minuti, pur di portare avanti un impegno preso e anzi
considerare tutto ciò la cosa più utile della loro giornata. Da ammirare certo
a fronte di chi, e noi tutti siamo compresi, trova mille scuse per non fare,
per passare la mano, per farsi da parte o peggio per chiamarsi fuori dopo avere
assicurato la propria partecipazione.
Il
tutto condito dal giornaliero e continuo stillicidio di svalorizzazione fatto a
danno delle piccole realtà vive che vedono l'incessante impegno di chi, con
caparbietà, continua a faticare: quanto fa male e quanto è destabilizzante, non
solo per chi convive con la grande sofferenza mentale, ma per ciascuno di noi
cosiddetti sani. E poi, in questo momento di crisi nel mondo del
lavoro, quanto ferisce profondamente il sentire che il proprio desiderio di
impegnarsi per guadagnarsi il pane quotidiano non è importante, non vale; o
ancora, sentire che se vuoi puoi lavorare, ma gratuitamente, senza cioè che
venga riconosciuto un valore, anche economico, alla tua professionalità e al
tuo impegno!
Tutto
ciò non accade solo in ambito lavorativo: mi ha colpito molto che il 21 marzo
2009 si sia svolta la giornata nazionale per l'IMPEGNO contro la mafia a
Napoli con 150.000 persone, a sottolineare che impegnarsi non significa
presenziare un giorno all'anno ad una manifestazione – quanto è di moda
limitarsi solo a questo – ma testimoniare e condividere la presenza quotidiana
in mille attività concrete a sostegno della libertà e della moralità. Non a
caso la giornata aveva come titolo “L'etica libera la bellezza”: i grandi
eventi sono belli, certo, ma rischiano di rimanere cattedrali nel deserto se
non sono seguiti da una cascata limpida e fresca di gesti quotidiani che ne
rinnovino il potere rigenerante.
Questo
è IMPEGNO: riempire le parole e le azioni di significato e non farlo una volta
per tutte, ma farlo di nuovo nella fatica del giorno per giorno.
Mi
vengono in mente le parole di un piccolo canto semplice che dicono:
......Noi dividiamo questo mondo insieme a voi
fateci partecipare, fateci provare
noi siamo sale della terra, siamo luce...
Forse
il segreto è proprio questo: affermare la voglia di essere presenti e di
partecipare dal vivo, non solo in un mondo televisivo, dentro tanti reality
così poco reali, ma soprattutto incontrare sulla propria strada qualcuno che ti
permetta e ti sproni a fare, a esserCi veramente in prima persona, tenendo gli
occhi spalancati sul mondo e sulle persone, per dare sapore e luce alla nostra
vita e a chi vive accanto a noi.
Forse
non ci serve altro che la voglia di essere parte di un progetto, di farci noi
stessi progetto, di non lasciarsi scorrere la vita addosso, salvo poi covare
dentro di noi una rabbia che si veste di tristezza e di malinconia.
Abbiamo
“solo” bisogno di voler bene a noi stessi in modo autentico e profondo, di fare
la stessa cosa nei confronti degli altri e, in fin dei conti, della vita.
Elena Iorio
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