E poi che la sua mano a la mia puose, con lieto volto, ond'io mi confortai, mi mise dentro a le segrete cose |
Cara lettrice, caro lettore, che significa secondo voi
essere liberi? Di certo non si intende o lo stato o la condizione di chi non è
prigioniero, o di chi non è vincolato, di chi non è legato da fatti o eventi
...
Provo a condividere con voi qualche riflessione in
merito.
Io credo per cominciare che si possa parlare di
libertà, o meglio di Persona libera, quando la Persona riesce ad esprimere se
stessa in tutta la propria unicità, autenticità e irripetibilità. Sì, poiché
ognuno di noi è preziosamente unico e irripetibile, e avere la possibilità di
manifestare la propria autenticità e creatività in pienezza, è libertà vera.
Ma si può parlare di libertà anche quando sentiamo di
avere in noi le capacità e le possibilità di compiere scelte nel quotidiano.
Siamo liberi anche quando non soffriamo, non abbiamo paure, non abbiamo ansie,
quando non ci sono “fantasmi” (scenari immaginari che raffigurano, in modo più
o meno deformato dai processi difensivi, l‘appagamento di un desiderio
inconscio) che limitano il nostro agire. Agire è certo strettamente legato a
libertà: non sempre siamo liberi di compiere le azioni che desideriamo, ma
sempre siamo liberi di desiderare, pensare, dare significato alle cose, alle
situazioni. Non sempre e non tutti sanno riconoscere questo piccolo spazio di
libertà a volte salvifico; sì, scrivo “salvifico” perché se la vita a volte ci
toglie quasi tutto (ad esempio in situazione di guerre, di gravi malattie, di
gravi lutti), la nostra libertà di scegliere di vivere o di ricominciare a
vivere dando significato al bello del mondo intorno a noi, è una nostra libera
scelta. La libertà di ognuno di noi finisce dove inizia la libertà di un‘altra
Persona, è anche questo vero, ma questo significa “vedere l’altro” attraverso
la sua libertà: in un rapporto autentico e pieno, in cui si riconosce la
presenza dell‘altro, si pone attenzione e si riconosce la libertà dell‘altro
come autentica espressione di quella Persona, prima ancora che di vincolo alla
nostra libertà. La libertà dell'altro, attraverso la quale l'altro potrà
offrirci la ricchezza della sua presenza, sarà uno degli elementi del mondo di
cui dovremo tener conto, una delle condizioni, uno dei vincoli sulla base dei quali,
nel rispetto dei quali, potremo esercitare la nostra libertà.
Perché ovviamente il mondo ci pone dei vincoli, basti
pensare al contesto sociale; si comincia da piccoli, ci vengono posti i primi
limiti e vincoli dell’agire sociale. Poi nel percorso scolastico la strada non
è diversa, anche lì limiti e vincoli da parte di educatori ed istituzioni
sociali. I genitori poi hanno l’arduo compito nel prendersi cura dei figli di rispettare
il loro spazio di libertà ricordandosi che “i
vostri figli non sono i vostri figli. Sono i figli e le figlie della fame che
in se stessa ha la vita.” E ancora ricordandosi che “Voi siete gli archi da cui i figli, le vostre frecce vive, sono
scoccati lontano” e “Potete custodire
i loro corpi ma non le anime loro”, come scrive e insegna Gibran Kahlil
Gibran. E’ certo difficile per i genitori calibrare il giusto grado di libertà
da rispettare per i figli in base all’età. Lo spazio di libertà da osservare e
rispettare deve essere uno spazio nel quale i figli sono in grado di scegliere;
il rischio altrimenti è caricare i figli di troppa libertà che non sarebbero in
grado di reggere. Se i genitori manifesteranno senso di responsabilità nelle
decisioni, se sapranno decidere quando è loro compito decidere, anche i figli impareranno
dalle loro azioni.
I vincoli ce li pongono poi anche molti altri
contesti, sociali e lavorativi.
Il vincolo è necessario: non è sensato parlare di
libertà ignorando il vincolo, la regola, la regolarità della condotta. Anche la
natura è fatta di regole, di vincoli. E’ il senso di responsabilità a
ricordarci che ci sono regole in noi e tra di noi, e che la libertà non può significare
capriccio infantile o adolescenziale di chi vuole ignorare il resto del mondo solo
a suo vantaggio. Quanti sono i vincoli! Ma tutte queste regole sociali e non
sociali, ci rendono veramente meno liberi? Io credo di no, poiché non esiste
libertà vera senza vincolo, senza regolarità, senza delimitazioni precise entro
cui scegliere: tale genere di libertà diventa solo capriccio velleitario e
distruttivo. Anche ogni atto considerato creativo, di un artista, di un
progettista, di uno scrittore, si delinea entro certe regole che costituiscono
la base della costruzione creativa. Creare (o per meglio dire costruire) il nuovo
impone comunque la conoscenza delle regole sottostanti, magari da superare o da
confutare, ma forzatamente da conoscere per poter liberamente esprimere “il
nuovo” con adeguata fondatezza.
Elena Tosatti