mercoledì 16 dicembre 2015

DELLE COSE INUTILI CHE FANNO VIVERE



E poi che la sua mano a la mia puose,
con lieto volto, ond'io mi confortai,
mi mise dentro a le segrete cose
“Maestro, quello che stiamo facendo è una cosa inutile, lo sa?...  Proprio così, una di quelle cose inutili che fanno vivere!”
Ciò che stavamo facendo era cantare!

Questo articolo nasce dalla riflessione che spesso ci ritroviamo a vivere in una condizione di sonnambulismo, inermi di fronte a falsi bisogni imposti dall’esterno, dalla società. E i desideri più profondi, i desideri propri di ognuno di noi, desideri unici, senza che noi ce ne accorgiamo, lentamente scompaiono...
Rinunciamo spesso a vivere la vita nella sua pienezza. Riprendendo le parole di Roberta De Monticelli, rinunciamo a fare della nostra vita, una vita pensata.
E allora, ricordando il precedente articolo di Nadia Burzio, se il primo passo per essere presenti a noi stessi è imparare a godere del silenzio... il secondo passo sarà quello di scoprire che utile non è sempre ciò che serve a qualcosa, ciò che sempre ha un fine, uno scopo; utile non è sempre lo strumento per... Pensiamo a quanto può valere un sorriso nel momento giusto. Forse più di mille parole utili!
Ciò che dunque può far accedere alla pienezza della vita, è qualcosa che ha valore in sé. Il valore di una cosa in quell’esatto istante. Senza più ricercare i perché, le cause o gli effetti.

È necessario partire dalla vita di tutti i giorni per provare a rintracciare le piccole cose in grado di dare significato ai momenti che viviamo. Tali cose che illuminano la vita quotidiana e che aiutano così tanto a vivere possono essere una rosa, un gesto, una parola, una poesia, un sorriso, un canto, una telefonata, una carezza... E sono proprio tali cose inutili che ci aiutano, ci rafforzano e riscoprono la gioia di vivere, rendendo le nostre sofferenze un po’ più sopportabili. Troppo spesso le mettiamo da parte perché considerate poco importanti, perché il tempo è denaro e va impiegato in modo da ottenerne il migliore profitto.

“I primi giorni ero abbastanza disorientato... poi mi sono abituato. Ora corro sicuro da una stazione all’altra della metro... l’altro giorno un signore mi ha chiesto un aiuto: ho continuato a correre per prendere la metro.”
Sono discorsi sempre più frequenti e sentiamo di vivere un disagio, un allontanamento dalle nostre radici naturali, una sorta di alienazione. Sempre più frequentemente andiamo alla ricerca di una qualche formula segreta per cercare di stare meglio.

Proviamo a prendere in considerazione che ciò che accomuna le cose inutili prima elencate, è la bellezza! Allora ci rendiamo conto di quanto queste diventino indispensabili. Ci sentiamo irresistibilmente attratti dalla bellezza perché ci fa star bene.
Perché suscita e risveglia in noi emozioni, sentimenti e affetti.

A tal proposito mi torna alla mente la storia de Il piccolo principe: questi risponde alla volpe che gli chiede di essere addomesticata...

“[...] non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose”. “Non si conoscono che le cose che si addomesticano”, disse la volpe. “Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!” “Che cosa bisogna fare?” domandò il piccolo principe. “Bisogna essere molto pazienti”, rispose la volpe.

Ed è proprio così: è necessario trovare il tempo anche per le cose che apparentemente ci possono sembrare meno utili, ma che poi si rivelano in grado di illuminare la nostra vita.
È il tempo che dedichiamo a qualcosa, in grado di renderlo così importante... proprio come la rosa del piccolo principe.
Dedicare richiama alla mente la devozione, dal latino devolvere, “consacrare alla divinità”. E non è forse anche questo uno dei bisogni specificamente umani? Erich Fromm contrappone la devozione alla mancanza di significato. L’uomo ha bisogno di una carta geografica del suo mondo naturale e sociale, senza la quale sarebbe confuso.
L’uomo ha la tendenza a perseguire costantemente il raggiungimento di un equilibrio e di un’unità con il resto della natura. Diversi sono i modi in cui si esprime il bisogno di punti di riferimento e di oggetti di devozione: esso può trovare risposte nella devozione a Dio, all’amore, alla verità.
Pensiamo a coloro che hanno vissuto in condizioni atroci, difficilmente immaginabili, pensiamo ai campi di concentramento. Primo Levi e come lui molti altri, hanno iniziato a creare arte. Creare un libro, creare una scultura... Hanno dovuto passare il testimone di una sofferenza terribile. E passare il testimone era l’unico modo per riuscire a vedere di nuovo il mondo in modo meno spaventoso e meno distante. Lo stesso tentativo di quella persona, di cui citavo le parole all’inizio dell’articolo, quella persona che per la sua personale esperienza ha conosciuto la grande sofferenza mentale.

Cantare può essere considerato inutile, ma indispensabile... solo di cose utili non è possibile vivere.

Claudia Fe