E poi che la sua mano a la mia puose, con lieto volto, ond'io mi confortai, mi mise dentro a le segrete cose |
Caro lettore, oggi ci ritroviamo per riflettere su un argomento molto
importante: il corpo, che in primo luogo è sempre il nostro corpo. Che
cosa rappresenta per noi il corpo? Non è soltanto un oggetto tramite il quale
abitiamo questo mondo, ma è la parte di noi che collega la nostra psiche al
mondo stesso. Purtroppo nelle società occidentali siamo soliti suddividere
nettamente la mente dal corpo come fossero due aspetti distinti e non piuttosto
modalità diverse con cui la stessa realtà si manifesta. Questa tendenza trova
origini antiche sin dalla filosofia cartesiana, è profondamente radicata nella
nostra società, ma questa separazione non trova alcun riscontro nella nostra
realtà vissuta.
Lettore caro, pensa per esempio a quando stai vivendo un’emozione, a quando
sei felice oppure arrabbiato. L’emozione è un profondo movimento psichico che
produce cambiamenti corporei evidenti, per esempio l’aumento del battito
cardiaco, della sudorazione e del rossore in viso. Questi cambiamenti corporei
trovano origine nella psiche e quindi non riescono più di tanto a essere
controllati. Ti è mai capitato di parlare in pubblico o di fronte a un gruppo
di persone? Pur riuscendo a controllare il messaggio da trasmettere non riuscirai
a impedire più di tanto che le tue emozioni si manifestino nel corpo. Il corpo
è quindi il luogo di quel sentire che tutti i giorni sperimenti nelle
situazioni di vita più disparate.
Prestando più attenzione ai messaggi del corpo, possiamo essere più
consapevoli del rapporto che abbiamo con esso. Nella quotidianità parliamo
spesso del corpo, ma siamo ossessionati dai modelli di bellezza corporea che ci
vengono propinati dalla televisione e dalle riviste patinate. L’esagerata
attenzione al corpo ci porta addirittura a modificarlo utilizzando strumenti
offerti dal mercato e volti a rimuoverne i difetti, creme dell’eterna
giovinezza, abbronzature artificiali e interventi estetici. Ma cambiare il
corpo per conferirgli un’immagine migliore non è sufficiente a
raggiungere il benessere: molto spesso alcune di queste pratiche risultano
deludenti. Il bisturi della chirurgia estetica non scaccia le nostre
preoccupazioni circa i difetti corporei e non rappresenta la chiave della
felicità, anche perché i cosiddetti difetti corporei, tranne alcuni casi
di per sé evidenti, non sono difetti del corpo, ma sono il modo in cui ci
accorgiamo che non ci accettiamo come Persone. E allora il punto non è spegnere
il campanello d'allarme del difetto corporeo con il bisturi, bensì
imparare ad accettarci nella nostra totalità, imparare ad accettarci come un
dono prezioso così come siamo.
Caro lettore, ma perché modificare il tuo corpo che è unico e prezioso come
sei unico e prezioso tu? Il tuo corpo si riveste ogni giorno di nuovi
significati, a partire dalla nascita, quando gli adulti che ti attorniavano
erano soliti ricercare le somiglianze con i genitori e con i parenti. Il
nascituro è un essere unico, ma quanto già portatore di somiglianze! Nella
crescita il corpo cambierà, eccome: ci saranno sicuramente cambiamenti
dolorosi, altri ti porteranno serenità, altri ancora avranno entrambi i
risvolti. Nel continuo cambiamento del tuo corpo potrai seguire il cambiamento
della tua anima, pur continuando tu sempre a sentirti te stesso. Per questo è
importante che tu sappia gioire della tua crescita e anche del tuo
invecchiamento poiché le tue rughe e i tuoi capelli bianchi sono portatori
dell’esperienza che hai maturato negli anni come Persona che è vissuta in
questo mondo.
Il corpo ci parla, e le sue parole sono utili per comprendere che qualcosa
non sta andando per il verso giusto, per questo è importante non ignorarle.
Spesso il dolore corporeo, a meno che non si imponga da solo, è sottovalutato,
abbiamo tanto da fare, gli impegni quotidiani, la famiglia, il lavoro, lo
studio... Se stiamo bene poi viviamo con la convinzione, più o meno
consapevole, che certe malattie capitino soltanto agli altri, a noi non
capiteranno mai! E quando invece ci capitano – perché ci capitano, no? – ci sembra
di essere stati traditi, che il corpo ci abbia tradito. Sempre percepiamo una
brusca interruzione della nostra vita, al centro della quale si situa ora
improvvisamente la malattia.
La malattia come prova per eccellenza, come verifica radicale della
Persona sui grandi temi del vivere e del morire: il corpo ci parla, e ci parla
sempre, anche se le sue parole possono essere tremendamente difficili da
ascoltare. La sofferenza tuttavia acuisce lo sguardo e ognuno di noi ha
qualcosa da dire al proposito, qualche esperienza che l'ha segnato e che gli ha
insegnato. Tu, caro lettore, vuoi farci dono della Tua testimonianza
scrivendoci su questi temi? Le Tue parole daranno un senso alla nostra
riflessione e ci incoraggeranno a proseguire.
Elisa Vigna
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