E poi che la sua mano a la mia puose, con lieto volto, ond'io mi confortai, mi mise dentro a le segrete cose |
Chissà se esiste
qualcosa di simile a una carta geografica che descriva il paesaggio della
nostra vita, una sorta di mappa stradale con l’indicazione dei percorsi e degli
itinerari di viaggio? È certo che ciò ci sarebbe di grande aiuto. La nostra vita si
snoda attraverso grandi fasi – infanzia, adolescenza, prima, media e tarda età
adulta, vecchiaia – con momenti di passaggio che andrebbero vissuti in modo
consapevole, prendendosi tutto il tempo necessario. In passato, un campo veniva
lasciato incolto per un certo periodo, dopo che aveva portato frutti, di modo
che potesse rigenerarsi con calma. E nelle antiche culture si aveva cura di
attraversare la soglia di una nuova età della vita con timore reverenziale,
profondo rispetto e lunghi rituali. Se una donna o un uomo
attribuiscono ai loro sogni sufficiente importanza da metterli per iscritto, o
da tenerne addirittura un diario, avranno certamente cura di corredarli anche
di una data, in modo da poter ricordare più tardi in quale notte li sognarono.
Questo consente di mettere i sogni in relazione con gli avvenimenti del giorno
precedente o anche di quello successivo. Come ci mostra l’analisi dei sogni,
queste correlazioni esistono davvero, ed è su di esse che si basa il
significato delle visioni oniriche. Questo significato, naturalmente, non si
limita soltanto al giorno precedente o al successivo; non è solo una
chiarificazione di quanto è già accaduto o un’indicazione sulla strada da
percorrere in futuro. Certo, è ovviamente anche questo, ma i sogni, come
testimoniano tutti coloro che ne tengono un diario, ci consentono di
abbracciare in una visione retrospettiva intere fasi della vita, nonché il
presentimento o il progetto di fasi future. Sappiamo per
esperienza che l’atmosfera emozionale dei sogni, le loro tematiche e
problematiche, hanno molto a che vedere con lo stadio della vita attraversato
dal sognatore o dalla sognatrice, e che spesso i sogni lasciano già intuire che
cosa si preannuncia nella nuova fase che sta iniziando. Spesso i sogni
diventano veri e propri indicatori. I sogni ci inducono
ogni volta a stupirci per la sapienza interiore della nostra psiche, per la sua
capacità intuitiva e la sua facoltà di presagire l’importanza simbolica del
nostro percorso evolutivo. In primo luogo ci insegnano che questo percorso
esiste, che c’è un itinerario della vita umana le cui fasi e i cui ritmi
sembrano scolpiti nella nostra psiche. Saperlo è di conforto per molti e ci dà
fiducia nelle grandi e profonde interdipendenze della nostra vita. Quando, a
trenta o a cinquant’anni, entriamo in crisi rispetto all’identità che abbiamo
avuto fino a quel momento e rispetto alla nostra concezione della vita, secondo
la psicologia del profondo questo non significa affatto che la nostra
personalità sia labile, ma è piuttosto indice di apertura e di disponibilità al
cambiamento, di una capacità di rispondere alle sollecitazioni e agli stimoli
con cui la psiche ci spinge a un ulteriore sviluppo. Ma che cosa sono i sogni?
I sogni sono manifestazioni spontanee del nostro inconscio, la nostra
conoscenza più profonda che ci parla, e lo fa in un linguaggio talmente
elementare, antico, ormai dimenticato dalla coscienza, da risultare molto
spesso incomprensibile, tanto da non essere preso sul serio da molte persone. I
sogni non dovrebbero essere accessibili solo agli esperti, ma a tutti coloro
che prendono sul serio il linguaggio delle immagini, dei simboli interiori, che
non lo razionalizzano. Il linguaggio dei simboli, diceva Erich Fromm, è l’unica
lingua straniera che ognuno di noi dovrebbe davvero imparare. Secondo Jung, non
dobbiamo pensare – come invece riteneva Sigmund Freud – che il linguaggio
simbolico esprima in modo mascherato – magari per paura o per rifiuto – il
reale messaggio del sogno; esso è invece il miglior linguaggio possibile,
poiché descrive attraverso figure, simboli e situazioni un momento del nostro
percorso esistenziale del quale siamo ancora del tutto o in parte
inconsapevoli, e che può essere portato alla coscienza soltanto in questo modo.
Prima di qualsiasi
“utilizzazione” di un sogno, è particolarmente importante creare la condizione
ideale affinché la sue immagini e il suo presunto messaggio ci parlino, e
affinché noi accettiamo quel che ci vogliono comunicare. I sogni contengono una
sapienza profonda che proviene dalla sorgente della nostra psiche. È utile mettere per
iscritto i propri sogni perché già essi diventano più chiari e, anche se non
interpretati, continuano a lavorare dentro di noi, purché ci occupiamo di loro.
La nostra anima conosce e capisce le immagini e le emozioni che vi sono
connesse ben prima che venga elaborata una loro interpretazione consapevole. Se
portiamo i sogni a livello cosciente o ne parliamo, allora possiamo servirci
dello sguardo che gettiamo nell’officina della nostra anima per accogliere gli
impulsi e le opportunità che essa elabora nei momenti di transizione e
utilizzarli per i passi successivi che dobbiamo compiere. L’effetto dei sogni
si rafforza ulteriormente se li disegniamo o se modelliamo con l’argilla una
figura onirica che ci ha particolarmente impressionato, se ci occupiamo cioè in
maniera creativa dei nostri sogni. Alcuni ballano i loro
sogni, mimando gli atteggiamenti e le figure in movimento delle scene
fondamentali. È particolarmente utile lasciar sgorgare idee e associazioni
spontanee relative ad immagini, persone o scene dei sogni, rivisitarle nella
nostra fantasia e parlarne con uno specialista o con un conoscente. Per
esempio, possiamo interrogare i nostri ricordi circa il paesaggio che vediamo
in un sogno: conosciamo il ruscello di montagna che dobbiamo attraversare? È
possibile collegarlo a determinate situazioni di vita e ai sentimenti che ne
fanno parte? Una sognatrice, nel cui sogno un ruscello di montagna giocava un
ruolo importante, anni prima aveva attraversato con suo padre – ora non più
vivo – un ruscello simile. Nel sogno ci riusciva da sola, pur cadendo una
volta. A differenza di quanto era capitato con suo padre, cadendo la donna finiva
nell’acqua, che però si rivelava rinfrescante e piacevole. Proprio grazie
all’incidente della caduta in acqua, che, come disse lei, a suo padre “non
sarebbe mai successo”, entrò in contatto con questo elemento di energia
spirituale. Nel sogno cadeva in un ruscello come in una vasca da bagno piena
d’acqua fresca, in un elemento quasi materno. In questo sogno si annuncia una
svolta verso l’indipendenza dal padre, con nuove modalità di esperienza delle
quali fa parte anche l’elemento femminile. Interpretando i sogni
è sempre utile, al di là delle associazioni personali dei sognatori, chiedersi
che significato abbiano per tutti noi immagini come ad esempio l’acqua, il
ruscello, la corrente, un guado, un ponte. È importante non dimenticare che i
sogni si riallacciano alla grande tradizione delle immagini e delle scene
archetipiche, che ci sono trasmesse dal mito e dalla Bibbia, dalle fiabe e
dalla poesia attraverso molte generazioni e molti popoli. Così l’esperienza
onirica del singolo entra in un contesto più vasto. La comparsa di simboli
collettivi nei sogni o nelle situazioni reali rafforza la sensazione che il
nostro destino sia legato a quello di tutti gli uomini, alle grandi esperienze
dell’umanità.
Andrea Montagnini
Nessun commento:
Posta un commento